06 Feb2013
PARTECIPAZIONE
Cos'è un processo decisionale inclusivo. Quando è il caso di attuarlo. Chi coinvolge, chi coinvolgere e quali vantaggi aspettarsi. Come facilitare la comunicazione e il coinvolgimento. Quali sono le abilità specifiche, i metodi e le tecniche che facilitano il successo dell'iniziativa. Quali i rischi e i possibili svantaggi.
A queste e altre domande abbiamo cercato di dare risposta ieri, in un partecipatissimo incontro con il Professor Giampietro Vecchiato, dal momento che sempre più le scelte pubbliche vengono compiute mediante il coinvolgimento dei cittadini, delle imprese e delle associazioni.
Ecco pochi semplici passaggi:
Definire gli obiettivi, molto importante risulta individuare le parole giuste per definire il progetto perché le parole diventano bandiere ed è importante far sì che il maggior numero di soggetti possa riconoscersi e schierarsi al seguito di questa.
Ascoltare le aspettative dei pubblici, prima ascoltare e poi decidere, accogliendo il più possibile le istanze degli stakeholder; si capisce come sia fondamentale creare la mappa precisa e dettagliata di tutti i soggetti coinvolti.
Costruire il consenso, mettendo in campo professionalità specifiche in grado si sintetizzare e mediare istanze contrastanti per ridurre la possibilità di conflitti.
Comunicare in modo corretto e trasparente le decisioni assunte.
Stabilire tempi certi, identificando un garante del processo, per evitare il rischio di frammentazione della responsabilità.
Come si risolve il problema dato dalla lentezza burocratica dell'apparato statale? Abbiamo dato ai politici una delega senza regole a tempo illimitato ed è venuta meno la linea di controllo. Sono mancate consapevolezza e responsabilità anche da parte dei privati cittadini.
Ora, com'è possibile presentare in modo efficace le nostre istanze e fare accogliere le nostre richieste? Come si esercita una sana azione di lobby in uno scenario così complesso?
A questo cercheremo di rispondere il 19 marzo con Fabio Bistoncini e Giampietro Vecchiato.