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quarto stato

La crisi della rappresentanza e una via per uscirne nella lezione del dott. Fabio Ventoruzzo.

Stakeholder: tutti coloro che influenzano o sono influenzati dalla attività dell'organizzazione/impresa.

L'impresa non risponde solo ai propri azionisti, ma influenza ed è influenzata da una rete di soggetti che costituiscono il tessuto sociale in cui essa nasce e si sviluppa.

Per ogni organizzazione, e sommamente per una associazione di categoria, è essenziale individuare i propri stakeholder. Ma è altrettanto importante rivolgersi anche a coloro che a loro volta influenzano questi stakeholder, affinché orientino a nostro vantaggio i decisori.

In altre parole è fondamentale creare relazioni.

Noi aggi viviamo una crisi decisiva ed irreversibile della rappresentanza: il cittadino non percepisce più come un tempo il bisogno delle associazione di categoria. E questo vale anche per i partiti politici.

Questo accade perché la geografia dei decisori, che hanno il potere di determinare gli orientamenti della società attuale, è radicalmente mutata. I decisori stessi si sono posti fuori dai "corpi intermedi" e a loro volta sono influenzati da processi relazionali e comunicativi del tutto nuovi (social media). I decisori hanno bisogno soprattutto di relazioni e di conoscenze socialmente spendibili.

La associazioni pertanto, e in generale chi vuole "fare" politica, devono essere portatrici di conoscenza, promuovere network, circuiti.

Un tempo nelle vecchie organizzazioni gerarchiche chi aveva potere aveva relazioni.

Nelle organizzazioni a rete del futuro, chi ha relazioni ha potere.

Il potere è essere riconosciuti e ascoltati. Il riconoscimento degli altri. Cioè dei miei stakeholder. Il potere è la capacità di influire e di relazionarsi. Essere "hub", snodo di relazioni.

Non è importante la comunicazione intesa come informazione unilaterale, ma la relazione che si instaura e consolida con la comunicazione. La comunicazione ha come obiettivo la creazione di relazioni.

Velocità, tempestività. Connessione con il flusso degli eventi.

Nella società 2.0 ognuno di noi è sempre molte cose insieme. Un tempo l'identità di classe e di censo era rigida. C'era il lavoratore, il borghese delle professioni, l'imprenditore, il... Ora viviamo nella società liquida di Baumann: e siamo molte cose a un tempo: consumatori e produttori e utenti e imprenditori... non esiste più il pubblico, ma "i pubblici".

La conseguenza è che la società e molto meno ideologica e molto più liquida.

I corpi intermedi hanno perso credibilità perché rappresentano interessi particolari che: 1. hanno perso peso in quanto tutti noi siamo tante cose insieme; 2. sono percepiti come ricettacoli di oscuri interessi autoreferenziali.

Le istituzioni hanno pertanto perso credibilità. Tutte le istituzioni. E' molto più credibile (anche se tutt'altro che più vera) una opinione che circola in rete alimentata dal passa parola, che la dichiarazione solenne di un Presidente di partito o di istituzione.

Ora tutto è condiviso, e per i ragazzi "nativi", quello che un tempo era il valore della riservatezza e dalla discrezione, oggi è stato sostituito dalla condivisione. Anche impudica.

Tutto è condiviso. In diretta. Il privato è diventato pubblico. Per questo motivo non si possono condurre battaglie con la stendardo di interessi di parte, ma sulla base di valori condivisi. Veri (percepiti come veri), perché condivisi. Attorno ai quali costruire reti di relazioni, credibilità, ascolto, reputazione. Progettualità.

Il valore "madre" attorno il quale costruire vincoli e legami di fedeltà all'organizzazione "liquida" del futuro, è il territorio.

Inteso, ancora, come rete sociale. Rete di relazioni di cui l'Associazione diventa "Hub", snodo di relazioni economiche, di solidarietà, di responsabilità, di innovazione, di cultura.

Possono sembrare parole vuote e generiche. Ma pensiamo al legame di moltissimo artigiani con i loro dipendenti e con la loro comunità. Pensiamo al dolore che provano per dover lasciare a casa i loro dipendenti, dei quali conoscono la condizione economica e famigliare perché fanno parte della loro stessa comunità. Dolore che in casi limite culmina con l'estremo gesto del suicidio.

E' una rete locale, che dobbiamo leggere, capire ed alimentare. Ma soprattutto che dobbiamo aiutare a connettersi con altre reti, che si pongono su altre connessioni, quelle dell'internazionalizzazione, quelle della cultura del territorio, quella delle istituzioni europee.

Se cominciamo a parlare di reti e di hub (snodi), allora la nostra attenzione non deve più fermarsi sui singoli punti (intesi come oggetti statici: il socio, il cliente, il concorrete, il dipendente, il sindaco, il politico, la banca...) ma sulle relazioni, sui flussi di comunicazione che legano i diversi (s)nodi della rete.

I servizi (gli adempimenti) possono erogarli tutti, sono moneta comune, le relazioni con il territorio possono essere trasformate in valore solo da noi.